Più volte mi sono chiesto come mai l’alpinista non conosce quiete: è perché la montagna chiama, e si svela nella sua grandezza. Lungo i sentieri e le vie verso rifugi e cime si incontrano ogni qualità di persone, e giovani, ragazzi e ragazze, provenienti dai versanti più diversi, ciascuno spinto dal desiderio dell’incontro con ciò che sta sulla cima! Sulla cima troviamo ogni volta messaggi lasciati dal sole, dal vento, dalla neve, dalla gioia, nella sensazione del contatto con il tutto in 360 gradi.
Il motore di chi sale la montagna gira ad un’altra velocità, senza fare rumore. È un motore fatto non solo di piedi e gambe, ma soprattutto spinto dal cuore. Qui le tentazioni della velocità e dell’eccesso non hanno possibilità di impossessarsi di noi. La montagna è ancora un luogo per sognatori, è il luogo della libertà del pensiero, dove la cultura della lentezza si rivela come un valore aggiunto (Annibale Salsa). La vetta è il punto d’incontro dei versanti e dei punti cardinali; gli spigoli sono posseduti da una forza di messaggi, luci, silenzi invasivi, pareti, slanci d’esposizione, di stupende formidabili perfezioni.
E con i ragazzi la montagna pare prendere ancora nuove forme e nuove luci: talvolta pare che gli altri versanti possano solo restare in ombra. Il CAI vuole offrire ai giovani tutto questo, in un modello ed uno stile di vita misurato su questo terreno ed in questo scenario. Il giovane si potrà sentire protagonista, nel rispetto delle cose, in una contagiosa ricerca proprio di ciò che sta sulla cima e oltre.
Fu Quintino Sella, fondatore del CAI oltre un secolo, fa ad indicare la montagna quale scuola di vita e di crescita culturale, ad elevato valore etico e pedagogico. Nella montagna il carattere giovane dell’esplorazione si coniuga con i più emblematici valori dell’alpinismo classico. Esso è azione ed estetica, ma è anche scoprire che ci educhiamo, strada facendo, all’ascolto e al dialogo, alla generosità e alla condivisione, all’amicizia e alla solidarietà, al rispetto della natura, dell’ambiente e della vita, al sentirci parte di un cosmo, all’attaccamento alle cose che contano.
L’Alpinismo Giovanile a Rimini compie dieci anni: tanti ragazzi abbiamo accompagnato e tanti da accompagnare! Buona montagna ancora!














