I bastoncini

TECNICA ESCURSIONISTICA

L’uso dei bastoncini per aiutare la progressione durante l’escursionismo è ormai tecnica usuale ed è stata introdotta dagli escursionisti d’oltralpe durante le marce d’avvicinamento nelle spedizioni Himalayane, per alleviare almeno in parte lo sforzo delle gambe, della colonna vertebrale e delle spalle durante il trasporto di carichi pesanti.

In effetti da studi e prove eseguite sembra che l’uso dei bastoncini, quando praticato nel modo corretto, riesca ad alleviare lo sforzo dell’escursionista fino al 30%.
Purtroppo, come ho avuto modo di osservare sovente, questi attrezzi non sono usati nella maniera opportuna, riducendo così la loro utilità alla sola, e a volte non necessaria, ricerca d’equilibrio.

LA DESCRIZIONE DELL’ATTREZZO

Il bastoncino da escursionismo, che è usato su terreno erboso o roccioso e anche su terreno innevato, è generalmente del tipo telescopico, formato da tre pezzi che permettono di variare la lunghezza dello stesso in funzione dell’altezza di chi lo usa.
Il materiale è generalmente una lega tubolare, di alluminio 7075, esternamente anodizzato, il diametro delle sezioni è circa 18, 16, 14 mm. Vi sono bastoncini in carbonio, ma la leggera differenza di peso (320 grammi minimo la coppia) non vale la maggiorazione del prezzo. Il peso della coppia di bastoncini in alluminio può variare da 450 a 700 grammi circa.

Questo non vuol dire che bastoncini in un pezzo unico non siano adatti a questo uso, ma la possibilità di far rientrare le varie parti l’una dentro l’altra permettono alla fine di avere un attrezzo molto corto (circa 60 cm) e quindi poco ingombrante che si presta benissimo al trasporto quando non è usato, al contrario di quello in un pezzo unico la cui lunghezza lo rende ingombrante.

La regolazione della lunghezza dei bastoncini si esegue impugnandoli e tenendo l’avambraccio piegato in modo che formi un angolo di circa 80° con la parte superiore del braccio mentre la punta deve toccare in terra. Secondo i modelli di bastoncini, il bloccaggio delle parti mobili può avvenire in due modi: nel primo modo detto Easy Lock, si ruotano le parti da bloccare in senso contrario l’una rispetto all’altra, provocando così l’allargamento di un dispositivo interno che blocca lo scorrimento; occorre una discreta forza per eseguire quest’operazione, onde evitare che poi durante l’uso il bastoncino si chiuda; in inverno l’operazione è impossibile da eseguire con i guanti e a volte questo tipo di meccanismo funziona difettosamente richiedendo continui aggiustamenti e bloccaggi; nel secondo modo, detto Flick Lock, il bloccaggio delle parti mobili avviene tramite una leva esterna che quando viene azionata restringe la parte del tubo più grande sopra la parte più piccola che scorre al suo interno; questo è possibile poiché il tubo più grande ha dei piccoli tagli in senso longitudinale che ne permettono il restringimento sotto la pressione della leva; l’operazione è eseguibile anche con i guanti e la chiusura del bastoncino sotto sforzo è improbabile, per contro la leva di bloccaggio rimane esternamente visibile.

L’impugnatura sarà preferibilmente anatomica (sede sagomata delle dita) e si differenzierà fra maschile (diametro più grande) e femminile (diametro più piccolo), indifferentemente in materiale sintetico o sughero. Il lacciolo deve essere registrabile tramite fibbia e non velcro, che sotto sforzo si può aprire. Al disotto dell’impugnatura può essere utile una continuazione della stessa, formata da una maggiorazione del diametro del bastoncino della lunghezza di 20, 25 cm, normalmente dello stesso materiale dell’impugnatura, che serve per impugnare il bastoncino quando si attraversa in diagonale un pendio breve: in questo modo la lunghezza del bastoncino è provvisoriamente diminuita; il bastoncino impugnato in questo modo viene tenuto nel braccio che sta a monte (come nello sci alpinismo).

La punta del bastoncino che viene a contatto con il terreno deve essere in metallo duro, (Tungsteno, Widia o simili) ed è montata su di un supporto di plastica; 4 o 5 centimetri sopra alla punta ci deve essere la rotella o piattello, di diametro fra 5 od 8 centimetri circa: questa impedisce che la punta del bastoncino s’infili troppo in profondità fra le pietre, rompendosi nel movimento d’avanzamento del braccio. Informarsi con il negoziante se ha delle punte di ricambio, la sostituzione è facile, basta scaldare il tubo e la punta si sfila e rapidamente può essere sostituita mentre il tubo è ancora caldo. Così come la rotella dovrebbe essere sostituibile con una di diametro maggiore 10, 12 cm da usare nella neve fresca poiché quelle più piccole affondano rendendo il bastoncino quasi inservibile.

Il puntale può essere ricoperto da un tappo di gomma così da ottenere l’effetto puntale silenzioso, ma vi sono anche bastoncini che hanno al loro interno un sistema d’ammortizzazione a molla che dovrebbe servire ad attutire il colpo che la punta prende quando viene appoggiata in terra in particolari condizioni; questo dispositivo deve essere attivato e disattivato manualmente e la sua reale efficacia mi sembra dubbia.

Dopo l’uso, specialmente quando piove, i bastoncini dovranno essere aperti alla massima lunghezza o addirittura si sfileranno completamente le varie parti e si asciugheranno con cura, onde evitare che l’alluminio si ossidi (internamente non è trattato), rendendo in seguito difficoltose le manovre di regolazione.

COME SI USANO I BASTONCINI

Avvertenza: L’uso dei bastoncini descritto di seguito si riferisce esclusivamente al loro impiego durante il trasporto di carichi pesanti, 15, 20 kg e oltre; qualora essi vengano usati durante altre attività di tipo alpinistico ci si dovrà documentare in maniera appropriata.

I bastoncini devono sempre essere usati in coppia, l’uso di un solo bastoncino infatti diminuisce notevolmente il vantaggio che ne deriverebbe se fossero usati in coppia, sbilancia la persona e affatica di più il braccio che lo usa, (normalmente sempre il destro).

Poiché il presupposto per un proficuo uso dei bastoncini è dato dallo sforzo che le braccia esercitano su di essi, gli attrezzi dovranno essere impugnati saldamente e i laccioli dovranno essere registrati in modo che le mani, anche se si allargano le dita, rimangano all’altezza dell’impugnatura. I bastoncini devono essere portati avanti contemporaneamente, appoggiati al terreno poco più avanti della gamba più avanzata, che sarà leggermente piegata se il terreno è in salita; nel momento in cui la gamba avanti è raddrizzata per fare il passo, la gamba dietro è portata avanti e sui bastoncini è esercitato uno sforzo con le braccia che aiuta l’innalzamento del corpo; a questo punto i bastoncini vengono a trovarsi in posizione arretrata e devono essere portati avanti nuovamente per il passo successivo.

In discesa i bastoncini saranno sempre avanti contemporaneamente, nella stessa sequenza della salita e lo sforzo delle braccia sarà dato dall’ammortizzamento che queste opereranno quando il corpo scende. Nella marcia in piano la sequenza è immutata, ma lo sforzo delle braccia sarà in genere minore, poiché non devono aiutare l’innalzamento del corpo.

Quando i bastoncini vengono usati come ausilio nell’escursionismo su terreno innevato con le ciaspole o racchette da neve, la sequenza dei movimenti e l’uso corretto, sono descritti nell’articolo Tecnica escursionistica: la progressione con le racchette da neve apparso sul numero di gennaio – aprile 2006 del notiziario.

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CONDIZIONI PARTICOLARI

Se durante la salita è necessario alzare molto la gamba avanti per superare un alto scalino, rimane quasi impossibile seguire la sequenza sopra descritta: allora se lo scalino è solo uno conviene lasciare la presa delle mani sui bastoncini e aiutarsi magari con le mani stesse appoggiate sul terreno, i bastoncini rimarranno vincolati al braccio tramite il lacciolo e strisceranno sul terreno solo il tempo necessario a fare il passo; se questi alti scalini si susseguono spesso conviene impugnare i bastoncini nell’impugnatura supplementare in modo da diminuire la distanza della mano dal terreno, in questo caso la mano verrà sfilata dal lacciolo; oppure si può procedere a una nuova e più corta regolazione degli attrezzi.

Se il terreno su cui si procede rende consigliabile l’uso delle mani in appoggio per mantenere l’equilibrio e per aiutare la progressione (arrampicata di I grado), l’uso dei bastoncini dovrà essere immediatamente abbandonato, gli stessi dovranno essere richiusi e fissati sullo zaino; mantenere l’uso dei bastoncini in queste condizioni è pericoloso.

Così pure nei tratti in cui la progressione si svolge in precario equilibrio e potrà essere necessario appoggiare velocemente le mani a terra, le mani dovranno essere sfilate dai laccioli, in modo che i bastoncini possano essere velocemente lasciati cadere; una caduta in cui le mani non sono libere, ma vincolate ai bastoncini dai laccioli, potrebbe avere effetti rovinosi.

ACCORGIMENTI VARI

Non lasciate i bastoncini penzoloni dai laccioli mentre camminate (per fare qualcosa d’altro con le mani), alla fine vi finiranno fra le gambe, con immaginabili conseguenze! Se nella marcia il compagno che vi precede usa i bastoncini, rimanete a debita distanza da esso: può infatti succedere che uno sforzo esercitato sui bastoncini quando si trovano in posizione arretrata, abbia per effetto lo scivolamento della punta e il suo rapido innalzamento verso il vostro volto.

Quando richiudete i bastoncini e li attaccate allo zaino, abbiate cura che le punte siano rivolte in basso e non escano pericolosamente dalla sagoma dello zaino stesso.
Quando vi togliete lo zaino vicino ad altre persone o lo spostate all’interno di un mezzo (auto, pullman, treno), ricordate che le punte dei bastoncini che sporgono dallo zaino sono pericolose, ricopritele con un pezzo di tubo di gomma; lo stesso vale per le piccozze.

BUONA CAMMINATA!

Renato Donati